Scritte oltraggiose a L’Aquila
La storia di Sergio dopo 48 anni a qualcuno continua, ancora, a fare paura. Infatti, in occasione della ricorrenza dell’anniversario della sua morte, a L’Aquila, qualche nostalgico ha lasciato il suo pensiero oltraggioso sui muri cittadini. La frase, tristemente nota e che riporta alla memoria quegli anni tragici in cui Sergio venne ucciso, è stata prontamente coperta dalle comunità militanti locali. Purtroppo, non paghi, gli eroici graffitari, hanno ribadito il loro truce concetto imbrattando i manifesti di Sergio, affissi per coprire l’offesa alla sua memoria, disegnando delle chiavi inglesi sulla sua testa e degli schizzi di sangue sul marciapiede.
Un’acredine scellerata, figlia di una cultura dell’odio e dell’ignoranza che purtroppo sopravvive in qualche patetico nostalgico che, incapace di credere in qualcosa, riversa la sua frustrazione odiando quello che lui non potrà mai essere e a cui mai potrà tendere.
E nonostante ogni anno si assista a qualche bravo che cerca di offuscarne il ricordo, la figura di Sergio continua a vivere anno dopo anno, sempre di più.