A Napoli scritte d’odio contro la memoria di Sergio
Il 20 aprile, a Napoli, sono apparse scritte d’odio contro la memoria di Sergio e di chi, a differenza dei graffitari da salotto, ha ancora dei valori e vede in Sergio un esempio di coraggio e di coerenza. Scritte che riportano indietro di 47 anni a quel tragico 1975 in cui Sergio fu brutalmente assassinato.
Un atto vile partorito da chi sa solo odiare, perchè non ha nulla da amare.
Riportiamo di seguito il testo dell’interrogazione prontamente presentata dall’On. Paola Frassinetti e il post instagram di chi ci ha segnalato quest’atto di odio politico.
Alla c.a. Ministero degli interni
Luciana Lamorgese
Interrogazione : scritte di odio in via Foria a Napoli.
Premesso che già nel 18 febbraio 2015 compariva in Via Foria a Napoli una scritta offensiva sotto la targa ai caduti di questo tenore : “la Patria è una puttana”;
Appreso che durante le festività pasquali appena trascorse sono comparse nuove scritte ingiuriose, sempre in via Foria, rivendicate con la sigla “Rabbia Trans”.
Tra le scritte contro i maschi: “macho morto concime per l’orto” , “maschio bianco ancora parli?” anche una scritta di odio politico “tutti i fascisti come Ramelli, con una chiave inglese tra i capelli”;
Ricordato che l’omicidio di Sergio Ramelli venne commesso a Milano nel 1975 nella cornice degli anni di piombo. La vittima fu uno studente milanese di 19 anni, militante del Fronte della Gioventù, aggredito il 13 marzo da un gruppo di militanti del servizio d’ordine di Avanguardia Operaia . Il giovane, a causa dei traumi riportati, morì il 29 aprile oltre un mese e mezzo dopo l’aggressione.
Espresso il massimo biasimo per queste scritte che infangano la memoria di un giovane studente missino ucciso per le sue idee e per aver scritto un tema contro le BR;
Interroga il ministro dell’interno
- su quali iniziative intenda adottare per evitare che i muri della predetta via Foria a Napoli siano oggetto di scritte inneggianti all’odio e all’istigazione di reati, per cercare di individuare gli autori di queste scritte così ingiuriose e atte ad istigare reati;
sull‘opportunità di sollecitare il sindaco di Napoli a dotare la via di un sistema di video sorveglianza.
La #TRANSFOBIA come si combatte? A colpi di chiave inglese. Almeno secondo i #trans napoletani. Tra le mille scritte deliranti apparse questa mattina in Via Foria, a #Napoli e rivendicata da “Rabbia Trans” a parte il “maschio bianco ancora parli?” (Come se fosse una colpa essere nati qui in Italia da italiani, figli di altri italiani), quella che realmente mi ha fatto schifo è stata proprio questa su Sergio Ramelli. Ma a chi si riferiscono questi psicopatici? Chi era questo Sergio?
Sergio non era un criminale, era un ragazzino senza penne di 18 anni, mai un precedente penale, bravo a scuola, che aveva un’unica colpa, quella di essere un militante del Fronte della Gioventù. Sergio, il 13 marzo 1975 stava ritornando a casa, a #Milano. Parcheggiato il suo motorino all’altezza del civico 15 di via Paladini fu assalito da un gruppo di estremisti di sinistra armati di chiavi inglesi. Fu colpito ripetutamente al capo, perse, i sensi e fu lasciato al suolo. Per colpirlo si era mosso un commando di 10 persone che neppure lo conoscevano e che utilizzarono una foto “segnaletica” scattata da un suo compagno di classe. Lo aggredirono mentre legava il motorino e gli sfondarono il cranio a colpi di chiave inglese. 47 giorni durò l’agonia di Sergio, in un alternarsi di speranze e paure fino a quando, alle 10 del mattino del 29 aprile il suo cuore cessò di battere. Per quel giovane martire, rimasto vittima di una violenza assurda e sconvolgente, non fu però neppure possibile celebrare un dignitoso funerale. Il ricatto della violenza rossa; la viltà delle autorità politiche; la cieca obbedienza delle Forze dell’ordine arrivarono persino a proibire il corteo funebre.
È davvero questo il mondo moderno? È questa la civiltà? Sono davvero questi i buoni? Ai posteri l’ardua sentenza. Nel frattempo, Sergio perdonaci anche questa. Sei sempre nei nostri pensieri come un fulgido esempio di bellezza è purezza in questo buio, triste mondo. Ti prometto che gli orchi non vinceranno.
(https://www.instagram.com/nino_wild_vet/)