«Nelle cose ci sono gli affetti e, dopo 10 anni ho sentito il dovere di offrire un tributo alla memoria di una figura che mi ha aiutato a crescere e a capire quanto la tolleranza e la libertà siano cifre fondamentali del vivere comune».
«Ascoli è medaglia d’oro per la guerra di Liberazione e io ho sempre praticato l’idea della pacificazione. Per me questo è un tributo alla mia storia (Castelli viene dalla militanza nel FdG, ndr), ma anche alla storia di un ragazzo di cui dovrebbe essere insegnata la vicenda proprio per ammonire le giovani generazioni sulla necessità di tenere lontana dalle piazze la violenza, l’insulto, l’oltraggio a chi non la pensa come te e alle forze dell’ordine.».
Queste le parole del Sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, che il 24 maggio ha inaugurato: Piazzale Sergio Ramelli. E’ la ventottesima intitolazione pubblica alla memoria di Sergio ed è di estrema importanza proprio per il clima di odio e intolleranza creato da una parte della sinistra sia estrema che istituzionale – come quella rappresentata dal sindaco Sala a Milano – evidentemente nostalgica degli anni di spranga. La storia di Sergio e l’esempio di chi da 44 anni lo ricorda con compostezza insegnano, invece, quale sia la strada per arginare la cultura dell’odio, dell’intolleranza, della emarginazione politica,
Vorremo che l’esempio di Ascoli e delle altre 27 città italiane che ricordano nella loro toponomastica la limpida figura di Sergio Ramelli fosse ripreso da altri amministratori pubblici per potersi lasciare definitivamente alle spalle i tempi tragici della violenza. Solo così, un giorno, la storia di Sergio non farà “più paura”.