Censurata la pagina FB di Sergio Ramelli
Ieri, mentre si voleva postare l’articolo de Il Giornale per informare gli aderenti alla pagina di Sergio Ramelli, che l’iniziativa della Regione Lombardia di portare la sua storia e quella di Enrico Pedenovi nelle scuole procedeva con lo stanziamento dei fondi e la preparazione di un bando, ci si trovava dinnanzi all’amara sorpresa della democratica censura che con un laconico messaggio annunciava agli amministratori che la pagina non era pubblica. Oggi la pagina è stata cancellata definitamente.
Nel post in calce alla pagina (vedi immagine sottostante) i signori di facebook ci erudivano che un’attività recente non rispettava le condizioni delle pagine di facebook, ma si sono dimenticati di dirci qual era l’attività in questione. Ovviamente non c’è stata nessuna attività, ma è la solita frase usata come scusa per chiudere la pagina, come è stato nei giorni scorsi per Casaggì Firenze, prima per Lorien e prima ancora per le pagine di Lealtà Azione. Una censura senza se e senza ma, fatta in nome di una democrazia che di democratico non ha proprio niente e che è al limite della legalità. Una censura con la quale credono di spaventarci o ridurci al silenzio, ma noi non ci facciamo intimorire da questi comportamenti vili e meschini che dimostrano solo le loro paure.
La storia di Sergio è scolpita nel cuore di decine e decine di migliaia di persone in tutta Italia e non la potranno certo cancellare oscurando una pagina. Ci hanno colpito, ma non ci hanno scoraggiato ne piegato, ci rialziamo in piedi a testa alta e ricominceremo da capo riaprendo la pagina nei prossimi giorni, Riprendiamo il cammino indomiti nel nome di Sergio, lasciandoci alle spalle le meschinità di questi signori che non potranno mai fermarci.
Sursum Corda.