Chi era
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Sergio Ramelli era un ragazzo come tanti altri, che viveva i suoi 18 anni diviso tra lo studio, la passione per il calcio (giocava nelle squadre di quartiere, come si vede nelle foto), la fidanzata e… la militanza politica nel Fronte della Gioventù. Frequentava l’Istituto tecnico Molinari di Milano, quando fu bollato con il marchio di “fascista” solo per aver scritto un tema in classe in cui biasimava gli omicidi delle Brigate Rosse. Erano gli anni Settanta, gli anni in cui vigeva la barbara legge dell’ “antifascismo militante” in base alla quale chiunque non professasse idee comuniste era considerato un nemico da colpire e, possibilmente, da abbattere. Fu così che Sergio dovette subire un “processo popolare” nella sua scuola, indifeso dai professori, dal preside, dai suoi stessi compagni. Fu così che venne aggredito più volte ed espulso dall’Istituto senza che le autorità scolastiche, la stampa, la magistratura o la polizia si opponessero a questa che era ormai solo una delle tante, troppe violenze perpetrate dalla sinistra.